Finalizzato al contenimento della diffusione della pandemia Covid-19, previa Determinazione Regionale n. G11083 del 29/9/2020, il Laboratorio Analisi del CENTRO STS esegue i test antigenici rapidi per l’identificazione del virus SARS-CoV-2 su secrezioni prelevate con tampone nasofaringeo (naso e gola).
TEST SIEROLOGICI PER SARS-CoV-2
Il dosaggio SARS-CoV-2 IgG II Quant è un dosaggio immunologico chemiluminescente a cattura di microparticelle (CMIA) utilizzato per la determinazione qualitativa e quantitativa degli anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 in campioni di siero e plasma umano
sull’ARCHITECT i System (Strumentazione e kit ABBOT.)
Il dosaggio SARS-CoV-2 IgG II Quant viene utilizzato come ausilio nella diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 assieme alla valutazione del quadro clinico e di altri test di laboratorio. Il dosaggio è inoltre utilizzato quale ausilio per la valutazione dello stato immunitario degli individui attraverso la misurazione quantitativa degli anticorpi IgG diretti contro il dominio legante il recettore (receptor-binding domain, RBD) della proteina spike del SARS-CoV-2. I risultati del dosaggio SARS-CoV-2 IgG II Quant non devono essere usati come unica baseper la diagnosi.
Indicazioni sul test
Il dosaggio SARS-CoV-2 IgG II Quant è concepito per rilevare gli anticorpi appartenenti alle immunoglobuline di classe G (IgG), compresi gli anticorpi neutralizzanti, diretti contro il dominio legante il recettore (receptor-binding domain, RBD) della subunità S1 della proteina spike del SARS-CoV-2 nel siero e plasma di soggetti sospettati di aver avuto la malattia da coronavirus (COVID-19) oppure nel siero e plasma di soggetti che potrebbero aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2. Con COVID-19 si intende la patologia causata da un nuovo coronavirus ora designato come sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2, precedentemente noto come 2019- nCoV). L’11 marzo 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato la COVID-19 pandemia globale. Il periodo di incubazione della COVID-19 varia da 1 a 14 giorni e la maggior parte dei casi si manifesta entro 3-10 giorni. I sintomi più comuni sono febbre, tosse secca e difficoltà respiratorie. Si può sviluppare una grave sindrome da di stress respiratorio acuto. I tassi di mortalità dei casi segnalati dipendono dall’area geografica, dall’età e dalla presenza di comorbidità. L’agente eziologico della COVID-19 è un beta coronavirus appartenente alla famiglia di virus comunemente presenti negli animali in tutto il mondo e potenzialmente in grado di passare all’uomo, come è probabilmente avvenuto con il SARS-CoV-2.
L’RNA del SARS-CoV-2 codifica per quattro proteine strutturali, incluse le proteine spike (S), di membrana (M), envelope (E) e nucleocapside (N), con la proteina S composta da due subunità S1 e S2. Il dominio legante il recettore (receptor-binding domain, RBD) è incluso nella subunità S1 e possiede un’elevata affinità per il recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) sulla superficie della membrana cellulare. L’infezione è mediata dall’interazione dell’RBD del SARS-CoV-2 con il recettore virale ACE2 sulle cellule ospite. Gli anticorpi diretti contro il dominio legante il recettore (receptor-binding domain, RBD) della proteina spike possono inibire il legame con il recettore ACE2, generando una marcata risposta neutralizzante la proteina virale. Numerosi vaccini per la COVID-19 in fase di sviluppo utilizzano strategie che generano la risposta anticorpale alla proteina spike e al dominio RBD nella subunità S1. Diversi studi hanno evidenziato che gli anticorpi prodotti nel siero e nel plasma sono tipicamente diretti contro le proteine strutturali (RBD, S e N) e compaiono da pochi giorni ad alcune settimane dopo l’insorgenza dei sintomi e spesso dopo che la rilevazione dell’acido ribonucleico (RNA) virale appare ridotta o l’RNA non è più rilevabile. Risposte anticorpali con titoli più elevati sono state osservate in pazienti con forme più gravi della malattia rispetto ai soggetti paucisintomatici o asintomatici. La persistenza degli anticorpi IgG consente di identificare i soggetti che hanno contratto l’infezione in passato e sono guariti dalla malattia ed è utile nelle indagini sierologiche per valutare la prevalenza dell’infezione di SARS-CoV-2 in gruppi selezionati o in popolazioni più ampie. Sono in corso ricerche per stabilire la misura in cui gli anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2, e in particolare gli anticorpi neutralizzanti, conferiscono l’immunità all’infezione. Gli anticorpi neutralizzanti sono in genere rilevabili da 7 a 15 giorni dopo l’insorgenza della malattia. La valutazione diretta dell’attività di neutralizzazione virale richiede infrastrutture e attrezzature specifiche e personale addestrato non sempre reperibili presso la maggior parte dei laboratori diagnostici. Tuttavia la presenza di anticorpi neutralizzanti è stata messa in correlazione con la reattività anticorpale alle proteine strutturali virali (RBD, S e N) rilevate utilizzando dosaggi immunologici in vitro. Il plasma di donatori convalescenti con livelli neutralizzanti di IgG specifiche si è rivelato efficace nel limitare le conseguenze della COVID-19. Numerosi studi hanno fatto riferimento al potenziale del test degli anticorpi, correlato ai titoli degli anticorpi neutralizzanti, nel quadro della valutazione del plasma da paziente convalescente COVID (CCP), per determinare la potenza e l’efficacia del prodotto. La capacità di rilevare longitudinalmente e quantificare gli anticorpi associati alla neutralizzazione del virus diventerà sempre più importante con la diffusione dei vaccini e delle terapie.